Il muro di Ponte Lucano e lo studio di Lucio Ubertini

Tra le varie proposte mirate a fare a meno del muro di ponte Lucano, spicca lo studio prodotto dal Prof. Ing. Lucio Ubertini, Ordinario di Costruzioni Idrauliche dell’Università “La Sapienza” di Roma esperto della materia, commissionato in data 28/12/2016 dal Sindaco di Tivoli; ricevuto e protocollato all’URP di Tivoli il 27 giugno 2017.

Il prof. Umbertini, durante la XV Conferenza Mondiale sui Laghi

 

Si tratta di una Relazione Tecnica Illustrativa e si riferisce, alla possibilità di eliminare il muro garantendo la “… salvaguardia del costruito, …”, ovvero delle costruzioni presenti nell’area.

Chi si volesse addentrare nella lettura della relazione (molto articolata e sulla quale torneremo anche in seguito), oltre alla documentata storia dell’Aniene e della sua storia idrografica, ad uno studio di natura idraulica nell’area, alla disanima sulle eventuali alternative valide  e  sui sistemi di monitoraggio fluviali, può trovarvi alcune delle affermazioni riportate di seguito:

pag. 5 – “La conformazione attuale del tratto dell’Aniene a Ponte Lucano è dovuta ai lavori di difesa idraulica conclusi nel 2004, che hanno chiuso il complesso monumentale del mausoleo dei Plautii dietro un muro di cemento alto circa 4 m, rendendoli inagibili e annullandone il significato. L’opera si è rivelata inoltre inefficiente dal punto di vista idraulico. Ad oggi la sede stradale ha subito innumerevoli allagamenti (figura 1) dimostrando che il problema non è stato affatto risolto. L’intervento ha inciso in maniera invasiva sul prezioso paesaggio esistente, deturpando il contesto ed impedendo la vista delle opere archeologiche. Il muro in sponda sinistra delinea un nuovo corridoio fluviale che non permette il deflusso delle acque all’interno dell’alveo ed il mausoleo è continuamente esposto all’innalzamento delle acque dell’Aniene.”

pag. 5/6 – “La costruzione degli argini, come già detto, non ha risolto il problema degli allagamenti dell’area circostante in particolare della via Maremmana (figura 2) infatti (…) L’effetto finale della sistemazione è stato nefasto, è stato infatti creato un ostacolo per le acque meteoriche che dovevano arrivare all’Aniene, (…) dannoso per la viabilità in caso di piogge intense…”

pag. 29 “….L’opera si è rivelata inefficiente dal punto di vista idraulico (…) dimostrando che il problema non è stato affatto risolto…”

Nello studio viene messo in risalto che nelle condizioni in cui si trova l’Aniene nei pressi del mausoleo, con l’alveo del fiume ridotto per la mancata manutenzione delle sponde ed il letto del fiume innalzato dai detriti accumulati, il ponte con sole due arcate libere si comporta come una diga.

Sono inoltre citati al capitolo “Studi pregressi” le iniziative poste in essere negli anni dagli enti che hanno competenza (Regione Lazio, Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, Soc. ACEA Alto2, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Autorità di Bacino del Fiume Tevere, Città metropolitana di Roma, Comune di Tivoli) e/o altre organizzazioni riconosciute, ossia :

WWFLavori di difesa idraulica a Ponte Lucano;

ACEA Ato 2 SpAAdeguamento impianto di depurazione Ponte Lucano di Tivoli;

ARDISProtocollo dintesa tecnico amministrativo per la progettazione degli interventi integrativi nella area archeologica di Ponte Lucano connessi con le opere di difesa idraulica realizzate e mirati ad una migliore fruizione dellarea archeologica.

E per concludere:

pag. 35/36/37 –  ” …in prima istanza è indispensabile la realizzazione del nuovo collettore per adeguare la rete fognaria esistente così come previsto dal progetto di ACEA. (…) Le attività progettuali ipotizzate a seguito delle analisi idrauliche, (…) possono essere riassunte in tre principali azioni:

1) L’abbattimento del “muro” arginale adiacente al mausoleo dei Plautii sostituendo la funzione di mitigazione del rischio idraulico con sistemi passivi di arginatura dinamica (dettagliatamente descritto nel capitolo seguente).

2) La realizzazione della pulizia delle sponde dell’Aniene nel tratto in oggetto (…) e il reinserimento di una draga su battello utile al fine di pulire il fondo del fiume.

3) Il restauro del Ponte Lucano, la riapertura degli accessi presso i due lati del ponte, (…..) apertura delle due  arcate…

4) Immediata realizzazione di un sistema di monitoraggio idrologico automatico (n.d.s. ampiamente descritto nei capitoli successivi)….”.

Astenendosi da qualsiasi commento circa la reale necessità della costruzione di un muro di siffatte dimensioni, dalla tabella 1 riportata a pag. 32-33-34, si evince che dal 1914 al 2001:

“I risultati di ricerca relativa agli eventi occorsi a Ponte Lucano …. 23 eventi …, e che nessuno di questi ha provocato morti.  Gli eventi che hanno causato sfollati sono stati 7.”

Ossia, quando il muro non c’era, in 87 anni 7 volte si sono avuti eventi tali da portare allo sfollamento precauzionale di una quarantina di persone e fermo restando i disagi che tali eventi generano nella popolazione non c’è stata nessuna vittima.

Nulla si sa circa i  danni materiali occorsi.

Volendo trarre delle conclusioni, si potrebbe dire che il muro non serve a molto, anzi fa solo guai ed è pure brutto?

Si può affermare che il muro si può abbattere a condizione di agevolare il deflusso delle acque dell’Aniene con una buona manutenzione delle sponde del fiume, del ponte e delle sue arcate e con un intervento di dragaggio del fiume (sempre richiesto da tutti, mai fatto da nessuno)?

Poi, magari per la “…mitigazione del rischio idraulico …”  si può anche discutere sul tipo di argine alternativo, sulla sua altezza ed estensione, su dove posizionarlo, se  fisso o mobile, automatico o manuale, sul tipo di sistema di monitoraggio o magari anche dell’informazione alla popolazione circa il “cosa fare in caso di”.

Ma questa è un’altra storia.