Le lanterne cinesi possono provocare un incendio?

Magia.. pericolosa

Ebbene sì: le cosiddette lanterne cinesi possono provocare un incendio!

Il rischio c’è e dovrebbe essere preso in maggiore considerazione da cittadini e autorità.

Rapunzel nella scena delle lanterne

Il problema è emerso già da una decina di anni in altri paesi europei ed extraeuropei e non soltanto a causa del rischio evidente ma anche perché questo rischio non viene affatto percepito dalla maggior parte del pubblico.

Gli amanti di questo suggestivo e silenzioso spettacolo pirotecnico sono infatti affascinati dalla bellezza del gesto, dal significato che ognuno vuole dare all’evento nonché dal ricordo di scene memorabili, come quella della festa delle lanterne rappresentata nel film di animazione “Rapunzel”; spesso però non ci si rende conto di quali siano tutte le possibili conseguenze di liberare un fuoco volante.

Il paradosso è che, salvo ordinanze specifiche emanate dai comuni o dalle regioni, laddove i fuochi di artificio sono rivendibili solo a maggiorenni o addirittura (se superiori a una determinata potenza) solo a personale in possesso di una specifica certificazione, una lanterna cinese potrebbe essere acquistata anche da un bambino.

Piccoli piromani crescono…

Fuori dall’Italia

Un rapace intrappolato all’interno di una lanterna cinese (foto di Greenme)

Alcuni paesi hanno vietato infatti sia la vendita sia il lancio delle lanterne a causa di eventi drammatici che hanno dimostrato a tutti che la pericolosità di questi oggetti può esprimersi in tanti modi diversi; si passa quindi dalla cancellazione di diversi ettari di bosco, alla morte per asfissia o ferimento di animali che hanno ingoiato i residui più pericolosi come per esempio il fil di ferro; dal bambino rimasto ucciso durante una festa alla distruzione di capannoni incendiati.

Infatti è proprio la presenza del fuoco, il fattore di rischio maggiore: finché infatti la lanterna rimane in posizione verticale con l’interno dell’aerostato ben teso, la fiamma non può scaldare la carta abbastanza da accenderla; ma se l’assetto viene inclinato a causa del vento o di un’oggetto (un ramo, un’antenna, un lampione), la carta potrebbe prendere fuoco mentre è ancora in aria. A quel punto, la “candela”, realizzata per bruciare in un tempo stabilito, rimarrebbe accesa anche dopo la caduta della lanterna e, atterrando su un oggetto infiammabile, provocare un incendio.

E non solo: dal momento che le lanterne possono raggiungere quasi 500 metri di altezza, costituiscono un rischio per tutti i velivoli che dovessero transitare nell’area e non solo durante le fasi di decollo o di atterraggio: a questo proposito è singolare ricordare che addirittura in Cina, la patria di questo affascinante oggetto, la città di Sanya ha vietato le lanterne volanti a causa del rischio che comportava per la salvaguardia dello spazio aereo. Inoltre alcune guardie costiere ritengono che le lanterne cinesi potrebbero creare equivoci e interferenze con le segnalazioni d’emergenza costituite da razzi luminosi.

Qual è la situazione in Italia?

In Italia non è stata ancora elaborata una normativa specifica sul tema anche se, nel nostro Paese, di eventi problematici ce ne sono stati già diversi.

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La legge è comunque chiara su quali siano le conseguenze per chi espone cose e persone al rischio di incendio; è stata questa chiarezza di interpretazione. a portare alcuni comuni ad emanare delle ordinanze specifiche.

Come riportato in un articolo dello Studio Cataldi che riassume l’attuale giurisprudenza, l’orientamento giuridico in merito si evince dall’art. 57 del TU di Pubblica Sicurezza R.D. 18 giugno 1931, n. 773, secondo cui:

“Senza licenza della autorità locale di pubblica sicurezza non possono spararsi armi da fuoco nè lanciarsi razzi, accendersi fuochi di artificio, innalzarsi aerostati con fiamme, o in genere farsi esplosioni o accensioni pericolose in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una via pubblica o in direzione di essa”

Interpretazione che è stata ribadita espressamente dal Ministero dell’Interno (in occasione della risposta  all’interpello della Questura di Pisa) che equipara le lanterne cinesi alle

“accensioni pericolose” così come previsto dall’art. 57 TU Pubblica Sicurezza, sia quando il lancio si verifichi nel corso di manifestazioni pubbliche che durante feste private

L’articolo dello Studio Cataldi ricorda inoltre che l’art. 703 del codice penale fa espressamente riferimento a chi “innalza aerostati con fiamme” prevedendo provvedimenti che vanno dall’ammenda massima di €. 103 fino all’arresto.

Pur esistendo quindi un quadro normativo che già consentirebbe la repressione del fenomeno, alcuni comuni hanno provveduto ad emanare delle ordinanze comunali che dànno modo alla polizia municipale di procedere con maggiore determinazione.

Il problema infatti è che nell’immaginario collettivo, la lanterna volante rappresenta qualcosa di inoffensivo, qualcosa di etereo e, soprattutto, qualcosa che sparisce alla vista; tutto ciò ci fa dimenticare che quell’oggetto non è solo il simbolo di un momento ma anche un vero e proprio “rifiuto non riciclabile”.

Chi butterebbe mai un fazzoletto di carta per terra? O un sacchetto per la spesa? E chi mai lo farebbe davanti agli altri? E ancora, chi avrebbe il coraggio di farlo dopo avergli dato fuoco?

Ecco che lanciare una lanterna significa liberare nell’ambiente un rifiuto molto più persistente, inquinante e pericoloso che non buttare per terra un fazzoletto di carta o un sacchetto di plastca biocompostabile.

Eppure lo facciamo, senza sapere dove finirà.

Lo facciamo davanti a tutti.

Lo facciamo dopo avere liberato una fiamma viva!

E, questo ultimo paradosso è molto divertente, mentre lo facciamo, di solito chi ci sta intorno applaude, ride o ci incita a farlo ancora.. 

A Tivoli e Guidonia

Il territorio del Comune di Tivoli e quello del Comune di Guidonia Montecelio è già stato in passato vittima di eventi incendiari disastrosi per cause incidentali o dolose; inoltre, la presenza all’interno di tale territorio non solo di boschi e prati da fieno ma anche di depositi di materiale chimico, discariche, insediamenti industriali e un aeroporto, rende non procrastinabile l’adozione di una normativa molto restrittiva sull’impiego delle lanterne cinesi.

Fortunatamente nella nostra zona non risultano casi preoccupanti di incendio dovuti a questi piccoli aerostati ma il nostro territorio è soggetto a incendi nei periodi di maggiore siccità (che corrispondono ai periodi in cui si svolgono più feste: l’estate e il periodo natalizio); e tutti ricordiamo la devastazione successiva all’imponente incendio avvenuto il 5 luglio 2017 tra la Tiburtina e la strada delle Piagge, che ha portato distruzione e morte di esseri umani, di animali e di vegetazione.

Le autorità cittadine dovrebbero quindi emettere un’ordinanza apposita e diramare messaggi alla cittadinanza per avviare una campagna di informazione, prima ancora che di repressione, che spieghi ai cittadini perché, riguardo al rischio di incendio, le lanterne cinesi sono addirittura più pericolose dei fuochi d’artificio.